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Moneta telematica e strategia di mercato.
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Note autobiografiche di Agustí Chalaux de Subirà (1911-2006).

Capitolo 7. Condizioni politiche minime per l'introduzione della fattura-assegno telematica. Moneta telematica e strategia di mercato. Indice. Moneta telematica e strategia di mercato. Capitolo 9. Contabilità globale di mercato. Moneta telematica e strategia di mato.

Capitolo 8. Mercometria e mercologia.

  1. Scopi di questo capitolo.
  2. L'economia attuale e una scienza sperimentale.
  3. Definizione e limitazione dell'oggetto dello studio.
  4. Verficazione sperimentale.
  5. Statistica e statistiche.

1. Scopi di questo capitolo.

La riforma monetaria proposta ha conseguenze molto importanti da un punto di vista della conoscenza scientifica del mercato.

In questo capitolo si cercherà di vedere come, per mezzo della fattura-assegno telematica come unico strumento monetario legale, è possibile convertire definitivamente il mercato monetario in «oggetto di studio scientifico».

2. L'economia attuale e una scienza sperimentale.

Il carattere scientifico di ciò che oggi chiamiamo economia è molto discusso. Gli economisti stessi non sono riusciti a mettersi d'accordo sul fatto di accettare o meno che questa sia una materia scientifica.

Le posizioni sono divergenti; ma la questione di fondo è il criterio che si sceglie per distinguere quello che è scienza da quello che non lo è. Cosí quelli che adottano un criterio rigoroso, che considerano che soltanto è scienza quello che permette un serio studio sperimentale, ammettono che oggi l'economia non ha nulla di scientifico. Ma altri che hanno idee più aperte affermano che l'economia è una scienza.

Da un punto di vista rigoroso, che è quello che sosteniamo in questo studio, la scienza si può definire come conoscenza empirico-fenomenologica pro-sperimentale. Questo significa che ogni disciplina scientifica implica come minimo che si compiano le seguenti condizioni:

  1. osservazione qualitativa dei fenomeni studiati;
  2. separazione analitica di pervalenze (valori privilegiati) nei fenomeni studiati;
  3. quantificazione e calcolo di queste pervalenze;
  4. impostazione di ipotesi di lavoro secondo i resultati ottenuti nell'analisi e calcolo anteriori;
  5. confronto sperimentale delle ipotesi: nuovi fatti reali devono dimostrare la validità (conferma) o invalidità (negazione) delle ipotesi proposte per spiegare la realtà empirica del mercato.

Se adottiamo questo criterio, il primo problema che dobbiamo risolvere è il perchè l'economia non è realmente una disciplina scientifica.

Questo problema si colloca evidentemente nel contesto più ampio della scientificità delle «scienze sociali» (come abbiamo già detto nel prologo). Attualmente le due cause principali della mancanza di rigore scientifico in questo campo sono, ripetiamo, i due fatti seguenti:

  1. l'ideologia infiltrata, favorita dalla mancanza di precisione ed univocità semantiche, produce confusione ed equivoci, conflitti insolubili fra concetti senza alcuna base empirica e porta soltanto ad un vicolo cieco.
  2. la mancanza di strumenti di misura precisi impedisce lo studio sperimentale delle ipotesi e modelli elaborati per la spiegazione dei fenomeni.

Nei paragrafi seguenti ci occuperemo del modo di superare questa situazione.

3. Definizione e limitazione dell'oggetto dello studio.

La disciplina chiamata «economia» comprende attualmente un insieme di nozioni approssimate e di ipotesi poco analizzate, senza alcuna definizione disciplinare rigorosa che dia loro unità, e senza che il suo campo di azione si trovi dovutamente delimitato.

La divisione dell'economia in diverse parti e ramificazioni, oltre all'importanza relativa di queste, è una questione chiaramente ideologica, dato che cambia secondo i diversi autori e le diverse scuole. Lo stesso succede con la definizione dei concetti elementari.

Per affrontare questa situazione bisogna definire con precisione e in modo inequivoco dei concetti basici di ambito esclusivamente fenomenico, senza ricorrere ad ideologie che confondono i fenomeni con gli ideali. Questo è quanto abbiamo cercato di fare nel primo capitolo di questo saggio. Come abbiamo già visto, invece di parlare di una «economia» parliamo di utilitarismo, nel senso di «sistema di produzione e distribuzione di beni utilitari nel seno di una comunità qualsivoglia» ed invece di trattare di una disciplina «economica» trattiamo di antropobiofisica utilitaria.

Nel caso dei sistemi utilitari vigenti nel «mondo civilizzato», l'antropobiofisica si concreta in mercologia, e più specificamente in «mercologia monetaria», dato che questi sistemi sono caratterizzati dall'onnipresenza di un mercato tributario di un sistema monetario.

Così l'oggetto di studio della scienza mercologica sono i mercati monetari, definiti come un «insieme di cambi monetari elementari in uno spazio-tempo dato». Attorno a questo fenomeno centrale possono strutturarsi i diversi settori specializzati -settoriali, applicati, istituzionali, macro/micro-mercantili, ecc.- della disciplina.

In quanto al termine «economia» così ricco in significati, qui lo usiamo specialmente per indicare, d'accordo con il suo significato originale, una strategia di equilibrio di mercato, cioè una tecnologia mercantile, che studieremo più avanti (v. cap. 10 e 12).

4. Verficazione sperimentale.

L'altra condizione indispensabile per qualunque disciplina con ambizioni scientifiche è che ci sia la possibilità della verifica sperimentale delle sue ipotesi.

Nonostante il suo alto valore teorico, un ragionamento deduttivo puro -come quello che ha prevalso durante molto tempo ed ancor oggi è valido in mercologia- può produrre soltanto spiegazioni totalmente arbitrarie, se non vi è un contatto esauriente e permanente con la realtà dei fenomeni concreti che vuole spiegare.

Al contrario qualunque disciplina che voglia ottenere risultati efficaci e non soltanto speculativi, dev'essere realista, cioè deve far riferimento a fenomeni concreti di facile osservazione e quantificazione, un elemento dopo l'altro. I concetti utilizzati devono essere operativi cioè facilmente identificabili con la realtà fenomenica.

Ed in più questa disciplina deve poter controllare se i suoi enunciati corrispondono a fatti, deve cioè ritornare al «campo di battaglia» dei fenomeni dai quali è partita per superare la prova della verifica sperimentale. Senza una quantificazione esatta non vi può essere una sperimentazione verificatrice.

Se applichiamo tutto questo al nostro oggetto di studio -il mercato monetario- è evidente che la fattura-assegno telematica è attualmente un elemento imprescindibile per fare della mercologia una disciplina scientifica sperimentale. Effettivamente il sistema monetario è, come abbiamo già detto, il sistema metrico del mercato per eccellenza. E soltanto con un sistema di misura preciso è possibile fissare e quantificare i fenomeni elementari, per una verifica sperimentale di ogni ipotesi emessa. Grazie alla fattura-assegno telematica, i fenomeni elementari del mercato, i cambi monetari elementari, possono essere esattamente misurati e documentati, dando come risultato una vera mercometria, base indispensabile per la posteriore mercologia sperimentale.

5. Statistica e statistiche.

Molti dei modelli che fanno oggi gli economisti sul mercato o sugli aspetti concreti della vita utilitaria, hanno una forma quantitativa. Ma l'inesistenza di un sistema di misura adatto rende impossibile la sua verifica sperimentale, cosí questi modelli restano semplice teoria.

Una delle risorse più abituali nella ricerca mercologica attuale è costituito dalla statistica1. La statistica è una scienza matematica che permette dedurre, con un grado di probabilità dato, il valore di certi parametri considerati in una popolazione, partendo dalla conoscenza esauriente di parametri in un campione ridotto di questa. La statistica permette quindi applicare i dati-campione a dati di popolazione, entro il margine di probabilità scelto.

La statistica si utilizza con ottimi risultati in molte scienze. Ma nel caso della mercologia si presenta un problema da risolvere. Il problema non è quello della legittimità della statistica: non ci chiediamo se si possono o no fare deduzioni statistiche -la sua utilità è già stata sufficientemente dimostrata- ma di interrogarci sulla sicurezza dei dati-campioni dai quali partiamo.

Quando si parla di fenomeni monetari dobbiamo dire che, finchè il sistema monetario non venga razionalizzato e convertito in un autentico sistema di misura scientifico, la sicurezza dei valori-campione sarà molto dubbia e per tanto la deduzione statistica parte da basi non certe.

La fattura-assegno telematica è quindi uno strumento imprescindibile per garantire l'esattezza dell'osservazione dei fenomeni mercantili-monetari sui quali vogliamo poi generalizzare statisticamente.

Ma bisogna osservare che l'esistenza di una mercometria -di una contabilità globale come quella che può essere ottenuta con la centralizzazione, secondo programmi adatti, della rete telematica monetaria- farà che in molti casi il trattamento statistico-deduttivo indicato si riservi per nuovi problemi, dato che i valori dei parametri monetari considerati nella cittadinanza diventeranno un dato conosciuto con grande esattezza e sicurezza (soltanto con la fonte di errore attribuibile al sistema telematico stesso).

Questa centralizzazione contabile dell'attività mercante-monetaria sarà analizzata con maggior dettaglio nel prossimo capitolo.


Nota:

1Bisogna distinguere fra statistica (tecnica matematica) e statistiche (collezione di dati quantificati).

Capitolo 7. Condizioni politiche minime per l'introduzione della fattura-assegno telematica. Moneta telematica e strategia di mercato. Indice. Moneta telematica e strategia di mercato. Capitolo 9. Contabilità globale di mercato. Moneta telematica e strategia di mercato.

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