Capitolo 4. Il sistema monetario attuale.
- Scopi di questo capitolo.
- Le forme del sistema monetario attuale.
- Invenzione di danaro nel sistema monetario attuale.
- L'internazionalizzazione dei rapporti utilitari.
- Le funzioni del sistema monetario nell'attualita.
1. Scopi di questo capitolo.
Dopo questo viaggio attraverso la storia dei sistemi monetari, si dedicherà
questo capitolo ad un'analisi più accurata del sistema monetario
attuale e dei gravi problemi sociali che esso genera, sia nel mercato e
società interni, sia nel commercio estero e la società mondiale.
2. Le forme del sistema monetario attuale.
Durante l'evoluzione dei sistemi monetari, si è aperta una breccia
sempre più profonda fra il valore concreto-intrinseco dei metalli
preziosi ed il valore ausiliare-astratto degli strumenti monetari. Con
l'apparizione della carta moneta, queste due realtà furono definitivamente
dissociate, e da allora non hanno nulla in comune fra di loro.
In questa fase di sviluppo, il sistema monetario, libero dal pesante
carico dei metalli, può evolvere verso forme sempre più intangibili,
più evanescenti ed astratte, secondo la sua natura originale.
Questo è infatti quanto è successo ed ancora succede attualmente
sotto i nostri occhi. Oggi la carta moneta, completamente svincolata dall'oro,
non è più l'unico strumento monetario utilizzato. Ad essa
si è aggiunto il cosiddetto danaro scritturale o danaro
bancario, che è un'invenzione delle banche per far fronte alla
scarsità di carta moneta. L'emissione di questo sarà ufficialmente
controllata dallo stato per mezzo della banca nazionale.
Il danaro scritturale non è altro che l'iscrizione di unità
monetarie in un conto corrente aperto in una banca. Si consegna in banca
una quantità determinata di carta moneta e la banca apre un conto
corrente per questa quantità dove si annoteranno soltanto movimenti
di unità monetarie. I pagamenti e le riscossioni non si faranno
consegnando biglietti di mano in mano, ma semplicemente giocando con le
annotazioni in conti diversi: quello del cliente e quello del fornitore.
Ebbene, in qualunque momento il titolare di un conto corrente, se questo
è a vista, ha il diritto di trasformare l'importo del suo conto
in carta moneta. Da questo punto di vista, la circolazione monetaria rappresentata
da annotazioni sull'uno o l'altro conto corrente, deve essere considerata
sussidiaria della circolazione della carta moneta, dato che non ha un'indipendenza
totale.
La circolazione monetaria scritturale si è convertita nello strumento
monetario per eccellenza in tutti i paesi dove lo sviluppo del commercio
e dell'industria concorrono per moltiplicare gli scambi effettuati: è
molto comoda, non si perde, e, soprattutto, come vedremo nel prossimo
capitolo, è il mezzo per eccellenza del credito bancario. In
alcuni paesi la circolazione di danaro scritturale raggiunge l'80%
della circolazione monetaria totale.
La continua evoluzione tecnologica, d'altra parte, sta trasformando
rapidamente la circolazione scritturale in circolazione elettronica:
dei semplici impulsi elettrici e delle memorie magnetiche sono sufficienti
per effettuare l'annotazione; si può persino sostituire il classico
«libretto di assegni» con sofisticati sistemi di trasferimento
elettronico di fondi.
Questa desmaterializzazione crescente della realtà monetaria
è la prova più evidente della sua natura fondamentalmente
strumentale-astratta.
3. Invenzione di danaro nel sistema monetario attuale.
Nell'attualità ci troviamo quindi con due forme diverse di strumenti
monetari:
-
Da una parte le banconote o carta moneta, assieme alle monete, che hanno
un valore nominale molto superiore al loro valore metallico intrinseco.
La loro emissione è monopolio della banca dello stato e rappresentano
quindi dei mezzi di pagamento legali.
-
D'altra parte i mezzi di pagamento scritturali, emessi dalle banche non
ufficiali con l'intenzione di evitare il monopolio menzionato. Questi strumenti
sono normalmente accettati ed utilizzati semplicemente sulla fiducia nelle
banche che li emettono.
Dato che, in principio, vi sono due circolazioni monetarie parallele, bisognerà
anche considerare due tipi di creazione di denaro che hanno luogo attualmente.
A. Creazione di danaro sotto forma di carta moneta. Questa ha
luogo ogni volta che entrano in circolazione nuove banconote in quantità
superiore a quella esistente fino a quel momento.
Quest'emissione supplementare di banconote (o anche di monete) può
aver luogo ogni volta che la banca nazionale compie una delle seguenti
operazioni:
-
operazioni con lo Stato: possono essere anticipi sui fondi che lo
Stato spera percepire per mezzo delle tasse; oppure crediti concessi
allo Stato per mezzo dell'acquisto di titoli di debito pubblico.
-
operazioni con privati -e specialmente con le banche-: possono essere di
nuovo anticipi su titoli o merci, oppure crediti alle banche attraverso
il risconto di effetti commerciali.
-
operazioni con valuta: acquisto di valuta estera.
B. Creazione di danaro sotto forma di unità monetarie annotate
in conto corrente. Abbiamo già detto che la circolazione di
danaro scritturale è sussidiaria della circolazione di carta moneta;
ma questo non significa che sia meno importante. Le annotazioni in conto
corrente effettivamente evitano la circolazione di molti biglietti; ma
in più permettono di creare una nuova circolazione monetaria. Per
ottenere ciò è sufficiente che la banca apra un conto corrente
senza
che vi sia stato un deposito di banconote. Questo è oggi il modo
più usuale di credito bancario, sia nel caso di un credito normale,
di uno sconto di cambiali o di pignoramento di valori.
In principio, l'unico limite all'espansione di questo tipo di credito
e la successiva creazione di danaro sta nel fatto che qualunque deposito
a vista -anche quelli che sono il frutto di un credito- è convertibile
immediatamente in banconote su semplice richiesta del proprietario. Per
questa ragione è necessario che la banca emittente mantenga un rapporto
prudenziale fra il totale di carta moneta depositata in banca dai clienti
ed il totale di crediti concessi, in modo da garantire sempre la convertibilità.
In questo modo le banche non possono inventare potere di acquisto in modo
illimitato, ma devono rispettare una proporzione data fra creazione e depositi
in carta moneta.
Se passiamo ad un livello di analisi più preciso, la teoria normalmente
accettata dagli specialisti mette in evidenza il fatto che la possibilità
di creazione di danaro scritturale è conseguenza di tre realtà.
Prima: L'emissione di potere di acquisto da parte della banca
statale. Abbiamo già detto che gli strumenti bancari scritturali
sono sussidiari della carta moneta, dato che si basano sulla loro converti-bilità.
Per cui, se non vi è una nuova creazione di carta moneta -o, in
generale, di passivo della banca statale- non ci può essere una
nuova emissione di danaro scritturale bancario. Se la banca statale non
crea un nuovo potere di acquisto, neppure le banche private possono farlo.
Seconda: Il rapporto fra danaro contante e depositi scelto dal
pubblico. Effettivamente, se la gente preferisce conservare la carta moneta
in casa invece di portarla in banca, i depositi saranno inferiori, e quindi
sarà inferiore anche la possibilità de creare potere di acquisto
basato su di essi. Inversamente, più danaro viene depositato in
banca e più capacità avrà la banca di concedere dei
crediti.
Terza: Il rapporto fra le riserve ed i depositi di ogni banca.
Se consideriamo riserve di una banca il totale della carta moneta e monete
ivi depositate dai clienti, più i depositi di questa banca nella
banca statale, vedremo che questi corrispondono a quello che potremmo chiamare
«capitale di esercizio». Il rapporto fra queste riserve e il
totale dei depositi dei clienti (tanto i depositi in contanti come i crediti)
è quello che si chiama coefficiente di cassa, ed abbiamo
già detto prima che è fondamentale per garantire sempre la
convertibilità di questi depositi. Per cui la concessione di crediti
-che presuppone l'apertura di nuovi conti- non può mettere in pericolo
questo rapporto.
Dato che il coefficiente di cassa è fondamentale per garantire
la liquidità della banca, cioè la sua capacità
di convertire i depositi in contanti, la banca statale dispone di due strumenti
principali per garantirla:
-
L'imposizione di una riserva obbligatoria: la banca statale può
obbligare le banche a depositare nelle sue casse una parte dei loro depositi,
bloccandoli.
-
L'aumento del tasso di sconto: con questo sistema le banche sono
obbligate ad aumentare pure i tassi di interesse e così si scoraggiano
le domande di crediti, soprattutto sotto forma di sconto.
Da quanto si è detto finora si deduce che la banca statale apparentemente
ha un ruolo fondamentale di controllo nel processo di creazione di danaro
scritturale bancario: in primo luogo per la possibilità di creare
carta moneta ed in secondo luogo perche dispone di strumenti di politica
monetaria per dirigere e controllare le operazioni delle banche private.
Ma questa visione della realtà, che è normalmente accettata
e de-finita dalla maggior parte degli esperti, può essere discussa
e messa in dubbio nei suoi aspetti fondamentali. Per i seguenti paragrafi
ci siamo basati sull'articolo di Francisco Vergara «Les faux-fuyants
du monétarisme».
La prima obbiezione è che la banca statale stessa è incapace
di controllare la sua produzione di moneta. Abbiamo già detto che
la banca statale inventa danaro ogni volta che emette dei biglietti per
far fronte ad un debito. Ma la banca statale non può rifiutare
alle banche il risconto di carta firmata da ditte serie, senza porre in
pericolo tutta la piramide del credito, e non ha neppure nessun mezzo per
impedire l'aumento del valore nominale di questa carta, aumento che incrementa
evidentemente il valore della massa monetaria.
In secondo luogo, lo strumento che è sempre stato considerato
il mezzo migliore per limitare il credito bancario, cioè l'aumento
del tasso di sconto applicato dalla banca statale, apparentemente ottiene
risultati opposti ai previsti, cioè un aumento maggiore della massa
monetaria, perche gli alti tassi di interesse attraggono ancora di più
il capitale.
Finalmente, bisogna insistere che oggi esistono molte altre forme di
liquidità oltre la carta moneta e gli strumenti scritturali banca-ri
che non possono più essere controllati dalla banca statale. La con-fusione
causata da questa situazione è facilmente osservabile con la semplice
considerazione della difficoltà di definire quello che inten-diamo
per mezzi di pagamento. F. Vergara menziona Lord Kaldor: «Non
vi è una separazione definita rispetto all'insieme della liquidità,
fra quello che è moneta e quello che non lo è. Qualunque
sia la defini-zione scelta per la moneta, questa sarà circondata
da un'infinità di strumenti più o meno liquidi che possono
essere usati in sostituzione».
Accanto a questi strumenti legali, teoricamente controllati dalla banca
statale, appaiono quindi nuovi strumenti che il pubblico accetta ed usa.
Questi strumenti nascono non soltanto dentro le banche ma persino entro
le stesse aziende.
Dalle considerazioni che precedono è facile dedurre che attualmente
non si può esercitare un controllo efficace sulla creazione di danaro.
Il risultato immediato di questa situazione è che ogni banca,
entro i limiti dei condizionamenti più o meno ridotti imposti dalla
banca statale, agisce secondo la sua convenienza. E non vi è un'articolazione
efficace nella società geopolitica che permetta studiare strategie
globali per tutto il mercato.
Non è il caso di pensare che le necessitá del mercato,
eccessi o deficit settoriali di liquidità, siano totalmente ignorati:
prova ne è che la banca attualmente è più che mai
un buon affare. Ma le misure per far fronte a queste necessità sono
prese di mira in modo empirico, parzialmente e non in considerazione del
bene comune, ma piuttosto in favore dei settori privilegiati della società.
Le banche statali non dispongono di strumenti efficaci per il controllo
della situazione. E neppure la teoria monetaria dispone di soluzioni concettuali
adatte, dato che non è stata capace fino ad oggi di definire con
precisione e rigore il concetto di sistema monetario.
L'anti-strategia di mercato e di creazione di danaro che si segue è
la prova più concreta nell'attuale crisi di inflazione-deflazione
(stagflazione) che tanto ci preoccupa, e per la quale nessuno sa per ora
trovare una soluzione.
4. L'internazionalizzazione dei rapporti utilitari.
Alla situazione di disordine monetario che abbiamo appena descritto
bisogna aggiungere tutti i problemi derivati dall'internazio-nalizzazione
dei rapporti utilitari.
Il commercio fra paesi diversi è un fatto sempre più generalizzato
e di gran portata ed è necessario mettere in evidenza tutti i suoi
vantaggi e tutti gli aspetti enormemente positivi che implica. La divisione
del lavoro a livello mondiale è un fatto da rafforzare, sempre e
quando si segua il principio reale delle bilance, che è la strategia
principale che bisogna seguire per garantire il funzionamento del commercio
estero.
Ma se il sistema monetario interno di ogni società geopolitica
è una causa di errore e confusione, bisogna pensare che nel concerto
mondiale la situazione non è più confortante. Quello che
succede è semplicemente che negli scontri fra monete i paesi più
forti «esportano» i loro problemi monetari ai più deboli
di modo che la situazione di questi ultimi diventa ancora più grave.
I problemi monetari varcano le frontiere ed in questo gioco vi sono sempre
dei vincitori e dei vinti.
La questione monetaria fondamentale di ogni operazione di commercio
estero è quali mezzi di pagamento bisogna utilizzare, dato che ogni
società geopolitica ha una moneta con validità esclusivamente
interna.
Questo problema veniva facilmente risolto nel regime di moneta metallica
intrinseca, d'oro o d'argento, perche tutti i pagamenti ve-nivano fatti
in un metallo accettato internazionalmente.
In regime di «gold standard», cioè di moneta metallica
intrinseca o carta moneta convertibile, non c'era, per lo meno in teoria,
neppure nessun problema, dato che la convertibilità della moneta
garantiva una parità determinata in oro, oltre all'equilibrio dinamico
delle bilance. L'equilibrio delle bilance poggia su diversi meccanismi:
i trasferimenti d'oro dai paesi con deficit ai paesi con superavit; il
successivo movimento equilibratore del livello generale dei prezzi, tutto
quanto rafforzato dall'intervento della banca statale sul tasso ufficiale
di sconto.
Con la caduta del «gold standard» e quindi della convertibilità
interna delle unità monetarie di ogni paese, i rapporti con il commer-cio
estero diventano complessi e confusi. Fra 1930 e 1945 diverse misure protezioniste
-tariffe, quote, sospensione della convertibilità esterna e del
mercato libero della moneta, ecc.- riducono in gran misura il commercio
mondiale. Durante la Seconda Guerra Mondiale la contrattazione raggiunge
il punto massimo.
Per trovare un sistema valido per la ripresa del commercio mondiale,
in luglio 1944 si firmano gli accordi di Bretton Woods dove gli Stati Uniti
di fatto imposero quanto era più conveniente per loro.
Questi accordi prevedevano:
-
ristabilire la convertibilità fra le diverse monete;
-
l'accordo di tutti i firmatari di mantenere i tassi di scambio fissi entro
limiti molto ridotti; e
-
l'elezione del dollaro e della sterlina come monete di riserva,
cioè come mezzi di pagamento internazionali, accettato da tutti
i firmatari per il pagamento delle operazioni. Queste monete mantenevano
per le operazioni di commercio estero soltanto una convertibilità
in oro che ne garantiva la forza. Per questa ragione il sistema introdotto
in Bretton Woods riceve il nome di «gold exchange standard».
Malgrado il fatto che la sua introduzione rese possibile dopo un certo
tempo rilanciare e far fiorire il commercio internazionale nel l'area occidentale,
il sistema presentava alcune difficoltà che presto si resero evidenti.
La prima difficoltà era la sottomissione dei paesi considerati
«deboli» ai paesi considerati «forti». Infatti,
quando una qualunque società geopolitica contrae un deficit nella
sua bilancia commerciale, ha soltanto due possibilità: far ricorso
al credito internazionale oppure usare la sua riserva di valuta estera.
Ma se il deficit è di una società geopolitica con moneta
di riserva, questa società può alla fin fine finanziare il
suo deficit per mezzo di nuove emissioni di moneta.
Questo fu infatti il caso degli Stati Uniti. Questi hanno tratto vantaggio
dalla loro posizione di privilegio fino al limite delle loro possibilità,
riassorbendo gli enormi deficit della loro bilancia dei pagamenti per mezzo
dell'emissione incontrollata di dollari. Bisogna chiarire che l'origine
di questo deficit non era un eccesso di esportazioni, ma un'esportazione
di capitali non garantita da un'importa zione di merci.
Questa
politica di finanziazione del deficit degli Stati Uniti provocò
una
tale inflazione di dollari in Europa (esportazione di inflazione),
che la convertibilità del dollaro da un punto di vista ufficiale,
secondo gli accordi di Bretton Woods, corse pericolo. L'inconvertibilità
divenne un fatto a partire da 1967-68, sebbene fu dichiarata ufficialmente
soltanto in agosto 1971, quando il presidente Nixon denunciò unilateralmente
gli accordi di Bretton Woods.
Da allora, nonostante i tentativi di riordino indicati negli accordi
di Washington del dicembre 1971 -denunciati pure unilateralmente da Nixon
nel 1973- il «gold exchange standard» è stato definitivamente
abbandonato ed, attualmente, i cambi delle monete si considerano fluttuanti,
cioè non vi sono parità fisse ma si negoziano sul mercato
delle valute. Non vi è quindi alcun riferimento ad una possibile
convertibilità in oro.
La fluttuazione delle monete in sè non è un male per il
commercio estero. Da questo punto di vista la situazione attuale non sarebbe
specialmente grave se non ci fosse un fatto fondamentale: finchè
le monete interne di ogni società geopolitica non siano razionalizzate
neppute il commercio estero potrà essere razionale e, di conseguenza,
non potrà raggiungere il necessario equilibrio delle bilance, fatto
che costituisce la sua strategia fondamentale.
Non è possibile avere un commercio estero equilibrato se:
-
Le unità monetarie dei più forti continuano ad essere
imposte a quelle dei più deboli. Nonostante le sue crisi il
dollaro ha saputo far fronte alla situazione ed ancor oggi mantiene una
posizione di privilegio che gli permette di esportare tutti i suoi problemi
monetari interni.
-
C'è ancora un mercato speculativo di valute. Questo punto
ha un'importanza capitale. La possibilità di cambiare delle monete
con delle altre, senza che questo movimento rappresenti un movimento parallelo
di merci, da luogo in gran misura a delle operazioni puramente speculative.
Se queste vengono fatte in gran quantità (movimenti speculativi
di capitali), queste non fanno che rafforzare gli squilibri monetari
esistenti in ogni società geopolitica. Mettono le banche statali
con le spalle al muro e le obbligano ad azioni esterne per la necessità
di mantenere entro limiti ragionevoli la parita della loro moneta.
Come sempre i più danneggiati sono i più deboli, sia a livello
mondiale come a livello di ogni società nazionale.
5. Le funzioni del sistema monetario nell'attualita.
A questo punto siamo in condizione di tirare le conclusioni dell'analisi
che abbiamo sviluppato sui sistemi monetari.
Per
quel che concerne la natura del sistema monetario, le sue forme attuali
ci mostrano più che mai la sua astrazione fondamentale. Lo scontro
storico fra nominalismo e metallismo è stato vinto
ampiamente dal primo, nonostante il fatto che i riferimenti e le difese
delle teorie metalliste mantengano il loro interesse in molti libri e saggi
su questo tema. Ciò nonostante la maggior parte dei critici riconoscono
oggi che il sistema monetario è soltanto uno strumento ausiliare
senza alcun bisogno di assumere un valore intrinseco e concreto. Basta
menzionare Schumpeter e Lord Kaldor.
Rispetto alle funzioni mercantili e sociali del sistema monetario, si
può concludere, dopo tutto quanto è stato detto in questo
capitolo, che si tratta piuttosto di disfunzioni: le funzioni anticamente
assunte dai sistemi monetari (v. cap. 2) nell'attualità
sono totalmente deformate e sfigurate.
-
Disfunzione metrica: l'unità monetaria è per sua natura
una unità di misura. In quanto tale riunisce attualmente una serie
di difetti che la rendono incapace di compiere questa funzione con precisione
e sicurezza. Nel prossimo capitolo si specificheranno
le caratteristiche minime che deve compiere un sistema metrico razionale
ed efficiente.
-
Disfunzione strumentale: gli strumenti monetari attuali -carta moneta
e strumenti scritturali- servono come intermediari nello scambio di merci,
ma attualmente questa funzione è molto indefinita dato che dipende
anche da altri strumenti sui quali nessuno esercita alcun controllo.
-
Disfunzione documentaria: questa funzione, compiuta solo parzialmente
dagli strumenti scritturali, è completamente ignorata dalla carta
moneta, che è anonima e spersonalizzata. Di fatto potremmo dire
che il sistema monetario attuale è un sistema antidocumentario.
Questa realtà ha conseguenze di enorme importanza, non solo nel
campo strettamente mercantile, ma anche nel campo sociale ed ancor più
nel campo informativo. Grazie al suo anonimato, il sistema monetario attuale
permette che si commettano con impunità totale corruttele molto
dannose per la società: furti, evasione fiscale, evasione di capitali,
clientelismo, corruzione di giudici, di politici, di funzionari, ecc.
-
Disfunzione strategica: a causa dei suoi difetti metrici e documentari
il sistema monetario attuale non è capace di servire come strumento
di una strategia mercantile-monetaria razionale ed efficace: quest'incapacità
si traduce nella terribile crisi che osserviamo sia nei mercati nazionali
come nel commercio estero.
La necessità di cambiare il sistema monetario attuale è la
conseguenza logica di quanto abbiamo detto finora.
Bisogna reinventare un sistema monetario razionale e informativo capace
di compiere con efficacia le funzioni che aveva in origine, come abbiamo
visto.
Di conseguenza dedicheremo i prossimi capitoli di questo saggio alla
descrizione di un possibile nuovo sistema monetario, più razionale
ed adatto alle esigenze del mercato moderno. Daremo un'importanza speciale
alla sua funzione di documentazione e informazione sul mercato.
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